Le psicoterapie corporee si fondano sull’esistenza di connessioni profonde tra gli aspetti psichici e somatici dell’essere umano, attualmente evidenziate scientificamente anche dagli studi sulla “memoria implicita”, fondamentalmente radicata nel corpo (sistema neurologico, muscolare, endocrino, memoria cellulare, ecc), e dalle continue scoperte delle neuroscienze.
Le psicoterapie corporee hanno tra gli obiettivi clinici il benessere della persona ottenuto attraverso il rilasciamento delle tensioni corporee che impediscono l’emergere delle emozioni e l’espressione della piena vitalità (muscoli – voce- respiro), sperimentate nella particolare cornice clinica (setting) basata sulla relazione terapeutica, e da una progettualità condivisa.
Le prime sperimentazioni della psicoterapia corporea nascono con Freud, che si interrogò spesso sul legame fra corpo e psiche. Con il passare del tempo, egli privilegiò l’aspetto verbale della terapia, pur non rinunciando mai alla famosa questione del “ misterioso salto dal somatico allo psichico” .
Fu W. Reich, sin dal 1920, ad approfondire questo aspetto in qualità di allievo e assistente di Freud a Vienna,
W. Reich approfondì la ricerca del principio dell’Unità Funzionale Psiche – Soma:
Per poter studiare il modo di funzionare psichico della persona dobbiamo studiarne sempre la sua fondamentale unità e complessità psichica e somatica.
Secondo W. Reich, per reagire alle situazioni stressanti o alle emozioni troppo intense, l’organismo umano attiva specifiche contrazioni muscolari che hanno una corrispondenza nell’ apparato psichico. Se queste modalità difensive si cronicizzano, si originano particolari tipologie caratteriali e contrazioni muscolari croniche, dette armatura, o corazza.
La corazza, caratteriale e somatica, una volta istaurata difende l’essere umano dalla sofferenza e dalla paura, ma nello stesso tempo impedisce ad emozioni come la tenerezza, all’amore e a tutti quei sentimenti di pienezza e serenità profonda di esprimersi e non consente una sana relazione con se stessi, con gli altri esseri umani e con la natura.
Basandosi su queste osservazioni, W.Reich ha elaborato delle tecniche psicoterapeutiche.
Il corpo diviene protagonista attivo del processo terapeutico, pur mantenendo sempre l’impianto teorico dell’analisi caratteriale di matrice profondamente freudiana.
Lo scopo della psicoterapia reichiana consiste nel ripristinare il flusso delle emozioni e la pulsazione della vitalità dell’essere umano, liberando l’energia biologica bloccata dalla corazza.
Ciò si ottiene con opportuni movimenti espressivi emozionali, denominati actings, che, assieme all’analisi caratteriale del paziente e alla relazione terapeutica, dissolvono, strato dopo strato, la corazza.
Durante questo processo terapeutico, W.Reich osservava puntualmente come il comportamento dei pazienti cambiava: l’individuo, recuperando il contatto con la propria energia vitale, perdeva la sua paura di vivere e si sentiva profondamente radicato in se stesso, connesso con gli altri e con la natura.
Articolo a cura della
Dr.ssa Dott.ssa Francesca Zoppi
Psicologa Psicoterapeuta a Roma e Nettuno