La Psicoterapia Corporea

L’ipotesi di un coinvolgimento del corpo nei processi psicologici risale agli esordi della psicoanalisi di S. Freud, quando il giovane medico viennese frequentava la clinica di Charcot ed era alle prese con le impressionati manifestazioni corporee dell’isteria. Intorno al 1920 W. Reich, allievo dello stesso Freud, approfondisce in modo radicale la teoria freudiana dello sviluppo libidico. Il presupposto fondamentale del modello teorico e metodologico reichiano diverrà di lì a breve il concetto di identità funzionale psiche-corpo, insieme alla peculiarità del carattere della persona quale elemento che impedisce il sano sviluppo psichico, spostando così il focus del processo nevrotico dal sintomo all’intera persona, in cui il sintomo rappresenta solo uno degli aspetti emergenti della caratterialità. Per identità funzionale Reich intende la stretta connessione tra i processi psicologici, affettivi, emozionali, da un lato, con gli atteggiamenti corporei, le contrazioni muscolari, il funzionamento neurovegetativi, dall’altro. Secondo Reich, il cronicizzarsi di risposte disadattive negli adulti assume il carattere di una vera e propria corazza, sia caratteriale che corporea. La corazza, caratteriale e somatica, una volta istaurata difende l’essere umano dalla paura e dal dolore, ma nello stesso tempo lo separa dalla percezione delle emozioni di tenerezza e di amore e da quei sentimenti che la pulsazione dell’energia vitale muove dentro di lui, i quali permetterebbero una sana relazione con se stessi, con gli altri esseri umani e con la natura. Un sano sviluppo sessuo-affettivo porta alla genesi di quello che Reich chiama carattere genitale, maturo. Disturbi di questo sano processo portano alla formazione dei caratteri nevrotici, di cui ne individuerà quattro tipi: masochista, coatto, fallico-narcisista e isterico. Attraverso una puntuale analisi caratteriale, contestualmente ad un’azione attraverso il sistema muscolare finalizzato a liberare energie neurovegetative e a far riemergere i vissuti emozionali incistati nella corazza muscolare (vegetoterapia), possono essere liberate le potenzialità imprigionate nella caratterialità della persona (Vegetoterapia Analitico Caratteriale). Parimenti diviene centrale per Reich la relazione terapeuta-paziente, fattore facilitante o inibente il processo terapeutico. Nel processo analitico caratteriale, come del resto nella gran parte delle psicoterapie corporee che da esso sono derivate, paziente e terapeuta interagiscono sia attraverso il canale comunicativo verbale, sia attraverso il canale non verbale. Ciò significa che anche il come, l’assetto corporeo del terapeuta e l’analisi del controtransfert divengono elementi fondanti il processo stesso. Pur mantenendo e riconoscendo le proprie origini reichiane, la psicoterapia corporea si è sviluppata in diverse metodologie e modelli teorici che hanno integrato al loro interno anche contributi di altre discipline. Oltre alla Vegetoterapia Analitico Caratteriale, tra i vari approcci della psicoterapia corporea troviamo la Bioenergetica, La Bioenergetica Dolce, la Biosintesi, la Biosistemica, il Funzionalismo Energetico, la CoreEnergetic ecc. In Italia vari approcci, associazioni e scuole di psicoterapia corporea sono riunite nell’Associazione Italiana Psicoterapia Corporea – AIPC, di cui l’Istituto Reich è membro.